lunedì 19 dicembre 2016

Ma che differenza c'è tra "SALSICCIA" e "SALSICCIA FRESCA"?


In questi giorni una nota trasmissione televisiva ha riportato all'attenzione del grande pubblico la questione "salsiccia" contro "salsiccia fresca".

Ma che differenza c'è tra questi due prodotti?
L'equivoco di fondo nasce dal fatto che spesso il consumatore pensa che il termine "salsiccia fresca" stia ad indicare una salsiccia prodotta da pochissimo tempo.
In realtà la definizione di “salsiccia fresca”, contrapposta al termine "salsiccia", dal punto di vista della legge, è diversa perchè fa riferimento alle caratteristiche tecnologiche del prodotto.

Cerchiamo di fare chiarezza.
La prima cosa che dovreste controllare per capire a quale delle due categorie appartiene il prodotto che volete acquistare è LEGGERE L'ETICHETTA oppure il CARTELLO/QUADERNO UNICO con gli ingredienti.

Se la dicitura è "SALSICCIA FRESCA":
  • Si intende una salsiccia a cui NON sono stati aggiunti nè coloranti nè conservanti. Gli unici additivi ammessi sono gli antiossidanti.
  • Questo tipo di prodotto non ha ricevuto alcun tipo di trattamento ed ha una conservabilità breve: dai 3-4 giorni fino a 15 giorni se conservata in atmosfera modificata (confezione ermetica nella quale si sostituisce l'ossigeno con dei gas come azoto e anidride carbonica). 
  • Dopo l'apertura o quando acquistata sfusa, va consumata entro 48-72 ore. 
  • In genere, se prodotta con ingredienti di qualità, ha un costo maggiore a causa dei maggioni sprechi (se non venduta in tempi brevi non è più commerciabile a causa della perdita delle caratterisiche di freschezza). 
  • Alla cottura la salsiccia "fresca" tende ad assumere un colore grigio, legato all'assenza di conservanti e coloranti, e talvolta crea sconcerto nel consumatore.
  • La "salsiccia fresca" è presente quasi esclusivamente in Italia ed in particolare in alcune Regioni dove vi è la tradizione di consumarla cruda (es. la Salsiccia di Bra in Piemonte).

Se la dicitura è "SALSICCIA":
  • Si intende una salsiccia a cui possono essere stati stati aggiunti coloranti, conservanti e/o antiossidanti
  • Si tratta di un prodotto che ha subìto un trattamento (come l'asciugatura, la stagionatura, ecc.) tale da prolungarne la sua conservabilità: può durare anche fino a 30 giorni nelle confezioni in atmosfera modificata. 
  • A parità di qualità può avere costi inferiori. 
  • E' di fatto lo stesso prodotto destinabile alla stagionatura (è per questo che vengono aggiunti i conservanti) che viene venduto nei primi giorni dopo la produzione. 
  • Alla cottura mantiene un bel colore rosa intenso.

giovedì 15 dicembre 2016

Gatti e gravidanza: miti da sfatare


Bisogna dare via il gatto in previsione di una gravidanza?
ASSOLUTAMENTE NO!

Il gatto può contrarre l’infezione cibandosi di topi, di carne cruda proveniente da animali infetti o ingerendo oocisti eliminate con le feci da altri gatti. Il gatto a seguito dell’infezione diventa eliminatore di oocisti mediamente per 2 settimane e una sola volta nella sua vita. Evitare il gatto è una misura assolutamente non necessaria se si adottano le seguenti precauzioni:
  • Fare in modo che sia qualcun'altro a pulire la cassetta del gatto (se proprio lo si deve fare di persona indossare dei guanti e poi lavarsi molto bene le mani a operazione terminata);
  • Asportare la sabbia dalla cassetta giornalmente;
  • Alimentare il gatto con mangimi commerciali;
  • Tenere il gatto in casa ed evitare che si cibi di topi o uccelli;
  • Evitare i gatti randagi, soprattutto cuccioli;
  • Non prendere un gatto nuovo proprio mentre si è in gravidanza.

SEI A RISCHIO DI TOXOPLASMOSI?
Il Toxo test è negativo.

Adotta queste precauzioni:
  • Indossa i guanti durante il giardinaggio;
  • Lavati bene le mani dopo ogni contatto con terra, carne cruda o verdure non lavate;
  • Non toccare la mucosa di occhi e bocca mentre cucini;
  • Evita di bere acqua di incerta provenienza;
  • Segui le indicazioni della tabella degli alimenti presente in questo OPUSCOLO.

ATTENZIONE: le informazioni della presente pubblicazione sono ottenute dalla valutazione della letteratura scientifica e dalla consultazione di esperti e non sono da ritenersi esaustive. Si consiglia, per avere indicazioni approfondite sull'alimentazione durante il periodo di gestazione, di consultare il medico di famiglia o lo Specialista di fiducia.